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La tragedia che ha colpito la famiglia Loffredo ad Acerra, in provincia di Napoli, ha scosso tutta la comunità. La piccola Giulia, di soli nove mesi, è stata brutalmente aggredita e uccisa dal pitbull di famiglia, Tyson, mentre si trovava con il padre Vincenzo, che dormiva accanto a lei. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire i momenti precisi della tragedia, che si è consumata sabato.
Carmine e Ventura, i genitori di Angela, la mamma della piccola Giulia, sono distrutti dal dolore e accusano il padre della bimba, Vincenzo, di aver ignorato più volte i loro avvertimenti riguardo alla pericolosità del cane. «Gli ho detto centinaia di volte di togliere quel cane dall’appartamento», dichiarano, visibilmente scossi. Tuttavia, per loro, Vincenzo non avrebbe avuto alcuna colpa diretta nella morte della figlia, sostenendo che fosse molto stanco, avendo due lavori per mantenere la famiglia.
La vicenda si complica ulteriormente, poiché gli investigatori sono chiamati a fare chiarezza su un buco di circa un’ora e mezza tra le 22:30 e la mezzanotte, durante il quale la bimba sarebbe stata aggredita dal cane senza che il padre se ne accorgesse. Il giovane padre, inizialmente, ha raccontato alla polizia di essere stato aggredito con la figlia da un randagio, per poi modificare la sua testimonianza, affermando che la bimba era stata trovata a terra, nel suo letto, sbranata dal pitbull. La versione del padre continua a essere vagliata dagli investigatori.
L’ipotesi che Vincenzo possa essersi allontanato per qualche minuto dall’appartamento è ora al centro delle indagini. Le telecamere di sorveglianza nelle vicinanze sono state acquisite per cercare riscontri che possano chiarire la dinamica dell’incidente. Inoltre, sembrerebbe che Vincenzo aveva assunto droga prima dell’incidente, e questo ha portato alla richiesta di un test tossicologico.
Il caso, purtroppo, non è isolato. A Acerra, i residenti parlano di una “tragedia annunciata“. Nonostante Tyson non avesse mai mostrato segni di aggressività verso la bimba, i vicini ricordano un episodio precedente, risalente all’estate scorsa, in cui il cane aveva aggredito un altro animale. Nonostante le preoccupazioni dei residenti, la famiglia non aveva preso misure per isolare l’animale dalla bimba. Un rione intero è scosso, con molte persone che sottolineano come l’animale fosse pericoloso, ma la famiglia non ne fosse consapevole.
Nel frattempo, la procura di Nola ha avviato l’autopsia sul corpo di Giulia e ha iscritto il padre nel registro degli indagati per omicidio colposo e omesso controllo, mentre il pitbull Tyson è stato posto sotto custodia in un canile. La morte della bimba, che avrebbe compiuto un anno ad aprile, ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita della famiglia e nella comunità.
La vicenda della piccola Giulia si inserisce in un triste quadro di tragedie simili legate agli attacchi di pitbull, che negli ultimi anni hanno colpito diverse famiglie in Italia, sollevando preoccupazioni sulla pericolosità di alcune razze canine, spesso tenute senza le dovute precauzioni.