
Il destino dello Stadio Maradona sembra ormai segnato, con il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che ha ufficialmente messo in discussione il restyling della storica struttura di Fuorigrotta. Durante un incontro con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il patron azzurro ha comunicato la sua decisione di non proseguire con i lavori di ristrutturazione previsti dal Comune. La scelta segna una brusca inversione di rotta per il club partenopeo, che, nonostante le speranze iniziali, non sarà più parte dei progetti per ospitare EURO 2032.
La bocciatura del restyling
La proposta di rinnovamento dello stadio, che prevedeva lavori a comparti settoriali, non ha convinto De Laurentiis, il quale ha ribadito la sua posizione durante una cena con il sindaco. Secondo le stime iniziali, il restyling a fasi avrebbe comportato costi elevati e la difficoltà di soddisfare gli standard richiesti da eventi internazionali come il campionato europeo. La rimozione della pista d’atletica e la ristrutturazione delle tribune per avvicinarle al campo di gioco, infatti, non sono sufficienti a colmare il gap infrastrutturale e visivo che ancora persiste nell’impianto.
Il nuovo stadio: il futuro del Napoli
De Laurentiis guarda ormai al futuro e al sogno di un nuovo stadio da 60.000 posti. Seppur l’idea di costruire un impianto completamente nuovo sembri intrigante per le sue prospettive economiche, il progetto resta ad oggi in fase embrionale. La costruzione di un nuovo stadio comporterebbe un investimento di circa 250 milioni di euro, ma De Laurentiis crede che possa portare notevoli guadagni annuali, con un incremento dei ricavi che potrebbe variare dai 70 ai 100 milioni di euro ogni stagione.
Il piano prevede l’individuazione di un’area adatta, possibilmente in periferia ma comunque nell’area urbana di Napoli, dove il club potrebbe realizzare una struttura moderna e all’avanguardia. Tuttavia, il percorso è ancora lungo e non privo di difficoltà, come il reperimento del terreno e la gestione delle necessarie autorizzazioni.
Le implicazioni politiche e sportive
Questa decisione ha anche forti ripercussioni politiche e sociali per la città. Il sindaco Manfredi, infatti, teme che la mancata ristrutturazione dello stadio possa escludere Napoli dalla lista delle città italiane che ospiteranno gli Europei di calcio del 2032, contribuendo a minare la visibilità internazionale della città. Nonostante ciò, la discussione rimane aperta e il sindaco non esclude che, seppur con un nuovo impianto, Napoli possa ancora aspirare a diventare una delle sedi della manifestazione.
Il futuro dello Stadio Maradona
Se il Napoli dovesse effettivamente lasciare lo stadio Maradona, che porta il nome del mito Diego Maradona, il destino dell’impianto sarebbe incerto. Il Comune sta già considerando l’idea di destinarlo ad altri sport, come il rugby o l’atletica, ma le difficoltà economiche legate alla gestione di un impianto senza una squadra fissa che vi giochi potrebbero renderlo difficile da sostenere.
Quello che è certo è che la fine del legame tra il Napoli e lo Stadio Maradona rappresenta una triste sconfitta per la città e per i suoi tifosi. La chiusura di questa era, purtroppo, non segnerà solo il passo di una squadra che sta cercando di evolversi, ma anche di una città che rischia di perdere un simbolo iconico e parte della sua identità calcistica.