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Cuma continua a rivelare i suoi tesori nascosti. L’ultima scoperta archeologica riguarda un tempio dedicato a Hera, datato tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C. Le tracce di questo antico luogo di culto sono emerse grazie alla nuova campagna di scavi coordinata dal professor Carlo Rescigno dell’Università Carlo Vanvitelli, in collaborazione con la Direzione Centrale del Ministero della Cultura, guidata dal direttore generale Luigi La Rocca, e la Soprintendenza Archeologica per l’Area Metropolitana di Napoli diretta da Mariano Nuzzo.
Il professore Rescigno ha spiegato al Mattino: “Proseguiamo la campagna avviata da anni con l’Università Carlo Vanvitelli e la Scuola Superiore Meridionale di Alta Formazione. Siamo particolarmente orgogliosi di questa nuova scoperta, resa possibile grazie a un accordo tra il Ministero, la Soprintendenza e la proprietà del fondo privato Maglietta. È emerso un tempio edificato intorno al VII secolo a.C., che, durante l’età imperiale, ha subito spoliazioni. Grazie a iscrizioni rinvenute, siamo riusciti a confermare che il tempio era dedicato al culto di Hera.”
Per la prima volta, grazie a un accordo pubblico-privato con la famiglia Maglietta, proprietaria dell’ex fondo agricolo Valentino, è stato possibile scavare nell’area bassa di Cuma, vicino al mare e alla foresta millenaria. Qui, oltre ai resti del tempio, sono emersi reperti di inestimabile valore. A fine Ottocento, l’archeologo Emilio Stevens aveva già identificato l’area come quella di “un tempio antichissimo”, e ora le nuove scoperte confermano questa affermazione.
Il professor Rescigno ha inoltre annunciato che, grazie al supporto del direttore La Rocca e del soprintendente Nuzzo, gli scavi continueranno nei prossimi mesi per approfondire ulteriormente la conoscenza della storia stratigrafica di Cuma. Oltre al tempio di Hera, sono in corso ricerche sulla terrazza superiore di Cuma, dove sono stati scoperti resti di una chiesetta bizantina, parzialmente distrutta nel XIII secolo.
Il Parco Archeologico di Cuma, istituito nel 1927, ha visto numerose campagne di scavo che hanno portato alla luce importanti edifici dell’Acropoli. Tuttavia, solo recentemente è stato possibile esplorare alcune aree private grazie all’accordo con i proprietari, permettendo nuovi sviluppi nelle ricerche.
Fabio Pagano, direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, ha dichiarato: “Stiamo completando i lavori in vari siti del Parco, con l’obiettivo di rendere fruibili nuove aree, comprese quelle della città bassa di Cuma. La messa in sicurezza è una priorità, soprattutto a causa degli sciami bradisismici che stanno interessando la zona.” Grazie a un protocollo di sicurezza rigoroso, i siti del Parco vengono chiusi temporaneamente in caso di scosse significative, per essere riaperti solo dopo verifiche strutturali, garantendo la sicurezza dei visitatori.
Le nuove scoperte archeologiche a Cuma offrono una visione più completa del passato della città, un luogo che continua a svelare i suoi segreti attraverso il lavoro incessante degli archeologi e il sostegno delle istituzioni.