Unione Popolare, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo hanno consegnato nella giornata di ieri 70mila firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione di un Salario minimo di 10 euro l’ora.
“È una buona legge – sottolinea l’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris – perché prevede 10 euro minimo all’ora e l’adeguamento automatico all’inflazione con l’introduzione della scala mobile. Ci auguriamo che il Senato, il Parlamento calendarizzi immediatamente la discussione e che si possa costituire un fronte ampio in Parlamento”.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista, che ha sottolineato: “Siamo l’unico Paese dell’Ocse in cui in 10 anni i salari sono diminuiti, 10 euro è il minimo”.
“La risposta all’ impoverimento del governo Meloni è in questa piazza” – ha detto il portavoce di Pap Giuliano Granato Un salario minimo di 10 euro l’ora serve a tutelare i giovani e le donne, che sono i soggetti più colpiti dai salari da fame.
Ma la doccia fredda per i tre partiti di opposizione è arrivata subito dal Governo che ieri ha dato il via libera della commissione Lavoro della Camera all’emendamento di maggioranza che affossa definitivamente la proposta delle opposizioni sul salario minimo di 9 euro l’ora. Al suo posto invece, una delega al governo da esercitare entro sei mesi. Tra gli obiettivi “garantire l’attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione”.