Giustizia per la famiglia della vittima uccisa dall’amianto: la Corte di Appello di Napoli ha confermato la condanna di Fincantieri S.p.A. e Sait Spa.
L’azienda dovrà risarcire la moglie e i figli per la morte dolorosa e sofferente di Angelo, a 72 anni, avvenuta per un mesotelioma da esposizione alle fibre di amianto il 5 marzo 2016.
I familiari hanno ottenuto un indennizzo milionario e con questa sentenza si aprono le porte al risarcimento dei danni anche per tutte le altre vittime nel cantiere navale di Castellammare dove lavorava il 72enne.
L’uomo ha lavorato dal 1963 al 1995 per l’azienda Sait che forniva manodopera alla Fincantieri: nello specifico ha svolto mansioni di manovale fino al 1966, pittore per due anni e poi coibentatore, sempre a contatto diretto con le polveri di amianto.
Condannando la ditta appaltante e la ditta appaltatrice sono state confermate maggiori garanzie di risarcimento per i lavoratori che riscontreranno, come Angelo, il nesso tra la patologia riscontrata e l’impiego svolto.
Molto spesso i cittadini sono vittime ignare di un presunto progresso e purtroppo passano decenni prima di scoprire i danni rendendo più difficile ottenere giustizia.