
Raoul Bova, l’attore amato dal grande pubblico, ha recentemente portato a termine un documentario che racconta la vita dei volontari della Croce Rossa in situazioni di guerra. Il suo viaggio, che lo ha visto attraversare Beirut, Damasco e arrivare fino ad Aleppo, ha avuto un impatto profondo su di lui, lasciando tracce indelebili nel suo animo. In un’intervista a “Vulcano Buono presenta“, condotta da Beppe Loconsole, Bova ha condiviso emozioni e riflessioni derivanti dall’esperienza sul campo, rivelando anche il suo forte impegno sociale, che affianca la sua carriera artistica.
In piazza Capri, all’interno della straordinaria struttura progettata da Renzo Piano, Raoul Bova ha risposto a una serie di domande in un lungo incontro che ha coinvolto il pubblico per quasi due ore. Oltre a parlare del documentario, l’attore ha discusso dei suoi ultimi progetti professionali, tra cui la sua partecipazione nell’ultima serie “Don Matteo”, dove veste i panni di uno dei protagonisti, e il suo impegno sul set di “Buongiorno mamma“. Non solo televisione, però, ma anche teatro, con il suo ruolo nell’opera “Il nuotatore di Auschwitz”, che affronta tematiche di grande rilevanza storica e umanitaria.
L’incontro è stato un’occasione per scoprire non solo la passione di Bova per l’arte, ma anche la sua dedizione a temi sociali cruciali, come quello della solidarietà internazionale e dell’aiuto umanitario in contesti di conflitto. Il documentario che ha realizzato non solo racconta storie di sacrificio e dedizione, ma si fa portatore di un messaggio di speranza, offrendo uno sguardo profondo sulla forza dei volontari della Croce Rossa, che rischiano la propria vita per portare aiuti a chi ne ha più bisogno.
Un racconto che si intreccia con le esperienze personali e professionali di un attore che, oltre a essere protagonista sullo schermo, si fa voce di chi vive e combatte lontano dai riflettori.