Il fuoco della protesta europea da parte degli agricoltori si è esteso anche in Italia, e tra le varie regioni in lotta che procede con presidi e manifestazioni c’è pure la Campania. Un dissenso allargato che da giorni alimenta dibattiti in seno alle istituzioni e che trova l’appoggio da parte dei cittadini.
La miccia si è accesa verso fine novembre in Francia, trovando subito appoggio in Germania dove i colleghi hanno marciato a bordo del trattore fino alla capitale come segno di protesta contro il piano del governo di eliminare i sussidi sul diesel agricolo e contro l’aumento delle tasse.
Gli agricoltori della Polonia si sono aggiunti quando è stata approvata la liberalizzazione dei trasporti tra l’Ucraina e i Paesi dell’Unione Europea poiché la diffusione del grano ucraino nella nazione significa scontrarsi con una concorrenza sleale.
Comunque dal 22 gennaio anche l’Italia è entrata nella lista delle nazioni oppositrici alle nuove politiche di Bruxelles come il Green Deal, i rincari di gasolio e gli accordi di libero scambio con i paesi extra Unione Europea.
Più precisamente in Campania, gli agricoltori del Sannio hanno allestito un presidio e ora si muove un corteo partito da Casal di Principe dove striscioni e bandiere tricolori sventolano sui trattori in marcia, tra i mezzi c’è un auto che trasporta una bara e il manifesto funebre recita: “Il Made in Italy è morto”.
L’obiettivo degli agricoltori è di congiungersi con tutti i colleghi d’Italia a Roma, attirando maggiormente l’attenzione del Governo. I trattori in viaggio provengono dall’Umbria, dalla Toscana, dall’Abruzzo e dalla Campania e dovrebbero essere circa 250.