Cronaca
Di Tendenza

Proposta di riconoscimento per il relitto del “Velella” come sacrario militare subacqueo

L’associazione Salerno 1943 chiede un iter simile a quello del sommergibile "Scirè" per onorare la memoria dell’equipaggio

L’associazione Salerno 1943 ha avanzato una richiesta per il riconoscimento del relitto del sommergibile “Velella” come sacrario militare subacqueo. Questa iniziativa, spiegata dall’avvocato Vincenzo Pellegrino, presidente dell’associazione, intende valorizzare il sito dove giace il sommergibile, affondato durante la Seconda Guerra Mondiale. La proposta si ispira al processo di riconoscimento già avviato per il sommergibile “Scirè“, mirando a stabilire un punto formale di ricordo per una delle pagine più tragiche della storia bellica italiana.

Il “Velella” fu affondato il 7 settembre 1943 durante una missione per fermare un convoglio nemico nel Mar Tirreno. Il sommergibile, l’ultimo della Regia Marina a essere perduto in guerra, portò con sé la morte dei 51 membri dell’equipaggio, inclusi il comandante Mario Patané e un piccolo gatto di bordo, Scheggia. Dopo quasi sessant’anni dalla sua affondamento, il relitto fu finalmente individuato nel maggio del 2003, a circa 8-9 miglia da Punta Licosa, a una profondità di 138 metri.

L’associazione Salerno 1943 chiede che il “Velella” riceva lo stesso trattamento normativo del “Scirè“, ossia una figura giuridica che disciplini la posizione dei sommergibili militari affondati, consentendo la creazione di un museo interattivo che ricordi il sacrificio dell’equipaggio. Questo riconoscimento, secondo Pellegrino, sarebbe fondamentale per preservare la memoria storica e per evitare che questo errore strategico venga dimenticato.

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