“Oggi la tecnologia avanza a passi cosi’ rapidi per cui le organizzazioni non solo criminali ma anche i dilettanti, in particolari condizioni, sono in grado di bucare, finché non si trovano i sistemi più appropriati, anche i sistemi apparentemente più sicuri”. “Questo – ha spiegato il ministro – perché l’evoluzione tecnologica avanza in modo sempre molto più rapido rispetto alle leggi”.
Il ministro ha poi aggiunto: “C’è difesa, infatti l’hackeraggio che è stato fatto al ministero della Giustizia è stato riparato e oggi siamo al sicuro. Però bisogna sempre tenere presente che la fantasia delle persone male intenzionate galoppa più velocemente delle leggi che sono in grado di affrontarli”.
Ieri la notizia che Carmelo Miano, l’hacker siciliano di 24 anni arrestato il primo ottobre dalla Polizia Postale a Roma, aveva copiato sui suoi dispositivi l’intero data-base utenti del Ministero della Giustizia, dal quale ha poi estrapolato le password di 46 magistrati inquirenti di mezza Italia, tra cui anche quelle dei procuratori di Napoli, Perugia e Firenze.