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Il sistema antiriciclaggio in Italia continua a essere un pilastro fondamentale nella lotta alle mafie, ma la partecipazione di alcune categorie professionali resta insufficiente. Questo è quanto emerso dal convegno nella Sala dell’Arengario del Palazzo di Giustizia di Napoli, dove il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha messo in luce le difficoltà legate alla cooperazione tra gli attori chiamati a contribuire alla prevenzione e contrasto del riciclaggio.
Nonostante il sistema italiano, che coinvolge istituzioni come la Banca d’Italia, la Dia e la Guardia di Finanza, sia molto apprezzato a livello internazionale, Melillo ha evidenziato che la partecipazione di molte categorie obbligate a segnalare attività sospette è ancora debole, con numeri deludenti, come il caso dei commercialisti e avvocati, che contribuiscono con segnalazioni quasi irrilevanti. Il dato positivo, seppur parziale, è che ci sono segnali di crescita in alcune aree, ma resta urgente un cambiamento culturale e una maggiore responsabilità sociale nelle professioni coinvolte.