A tutto Aurelio De Laurentiis. Il patron azzurro ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, toccando tantissimi temi: dalle dichiarazioni sul casting allenatore (con tanto di stoccata al veleno a Rudi Garcia) alla questione Superlega, tornata di prepotenza al centro dell’attenzione dopo la clamorosa sentenza di ieri della Corte Europea. Del mercato, invece, ne abbiamo parlato qui.
“Quando l’ho annunciato, avrei dovuto dire: ve l’ho presentato, però adesso se ne va”. Risponde così ADL a domanda diretta riguardo la parentesi negativa di Rudi Garcia a Napoli. “Mi aveva detto di non conoscere il Napoli e di non aver mai visto una partita, cosa che ha ripetuto più volte”, prosegue il presidente. “Sarebbe bastato che praticasse lo stesso calcio di Spalletti, invece ha preteso che mandassi via un preparatore perfetto per chiamarne un altro”. De Laurentiis racconta poi di come sia arrivato ad ingaggiare il tecnico francese, l’ultima scelta di una lunga lista di nomi: “Il primo che ho contattato è stato Thiago Motta, ma non se l’è sentita, perché avrebbe preso l’eredità di un allenatore che ha vinto lo Scudetto in quel modo”. Dopo l’attuale allenatore del Bologna, che tanto sta facendo bene, Luis Enrique è stato vicino a sedere sulla panchina del Napoli: “Mi ha tenuto tre giorni fermo, chiedendomi tantissimi soldi. Avevamo anche trovato quasi un accordo, ma poi ha detto di no, perché ambiva a guadagnare ancora di più”. Dopodichè è stato preso in considerazione Julian Nagelsmann, ora alla guida della nazionale tedesca. “Ne ho consultati cinque o sei, non di più. Alla fine sono arrivato su Garcia: in Italia aveva conquistato due secondi posti con spogliatoi turbolenti, pieni di giocatori di grande livello”.
De Laurentiis ha commentato anche la sentenza della Corte Europea riguardante la Superlega: “La posizione dominante di UEFA e FIFA, che l’Europa cerca di censurare in ogni modo, è servita ad elargire bonus in cambio di consenso. Chi ha governato fin qui da monopolista non ha compreso che il calcio è un’impresa che ha bisogno di fatturati crescenti”. Su quanto è accaduto con la presentazione della Superlega nel 2021, afferma: “È stata una mossa sbagliata, che però ha sortito questo cambiamento. Adesso bisogna fare un ragionamento serio. Il progetto di base non mi convinceva, mancava un avvicendamento di merito connesso al valore delle singole squadre”. Ammette poi di aver parlato con Florentino Perez, presidente del Real Madrid, tra le squadre fautrici della Superlega: “Siamo d’accordo a mettere attorno ad un tavolo alcuni veri imprenditori, non più e non solo presidenti nominali”. Infine, propone la sua idea di campionato: “Farei una serie E a 14 posti, dove E sta per élite. Solo squadre di città con un numero rilevante di tifosi. Poi due gironi di Serie A da venti squadre. E il resto è dilettantismo, che funge da vivaio”.