Dopo 28 anni sono stati condannati i due autori del duplice omicidio di Aurelio Nogarotto e Guerino Grieco, uccisi dal clan dei Casalesi, nel 1996, in una masseria di Santa Maria la Fossa, nel Casertano, perché ritenuti colpevoli di alcuni furti ai danni di allevatori e agricoltori della zona.
Si è fatta luce sul ‘caso’, risalente al settembre del 1996, grazie alle recenti confessioni di un collaboratore di giustizia, e le famiglie, che finora non conoscevano il destino dei loro congiunti, hanno scoperto che furono brutalmente uccisi a colpi di pistola in una masseria e poi fatti sparire. Fu una punizione impartita direttamente dal clan che riteneva i due colpevoli di alcuni furti ai danni di allevatori e agricoltori della zona.
Il giudice per l’udienza preliminare di Napoli, Giovanna Cervo, ha condannato a 20 anni di reclusione Domenico Bidognetti,57 anni, collaboratore di giustizia, cugino del boss Francesco Bidognetti, alias “Cicciotto ‘e mezzanotte”, insieme a Luigi De Vito, 55 anni, e Giuseppe Dell’Aversano, 59, entrambi di Casal di Principe. I pm della procura antimafia di Napoli avevano chiesto 12 anni per Bidognetti e De Vito, e 19 anni per Dell’Aversano.
Le due vittime vennero prelevate da Dell’Aversano e De Vito e condotte da Domenico Bidognetti nella masseria. Quest’ultimo, dopo averli uccisi, ordinò ai suoi due uomini di seppellire i cadaveri (ancora non individuati) in un terreno vicino.