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CAMPI FLEGREI, M5S: “NOSTRE PROPOSTE TUTTE BOCCIATE, NEL DECRETO MISURE INSUFFICIENTI”

Roma, 27 nov. – “Fortunatamente nell’ultimo mese l’evoluzione del fenomeno bradisismico sembra destare meno preoccupazione, ma non bisogna per questo abbassare la guardia. A ricordarcelo c’è il parere della Commissione Grandi Rischi del 27-28 ottobre che indusse il Ministro Musumeci a ipotizzare un passaggio in allerta arancione per poi fare dietro front dopo qualche settimana. Il Decreto Campi Flegrei si occupa quasi esclusivamente degli effetti sismici del bradisismo e poco della prevenzione e mitigazione del rischio vulcanico. Con oltre 30 emendamenti, in Commissione Ambiente abbiamo provato a migliorarlo, ma il Governo e la maggioranza hanno finora bocciato quasi tutte le nostre proposte”. Lo affermano in una nota i deputati del Movimento 5 Stelle Ilaria Fontana ed Antonio Caso.

“Governo e maggioranza – spiegano i due deputati M5S – hanno detto no al sisma bonus 110%, no al potenziamento della rete di monitoraggio marino dell’Osservatorio Vesuviano, no agli aggiornamenti dei piani di emergenza vulcanica e al miglioramento delle vie di fuga per tutti i Comuni della zona rossa, no all’analisi di vulnerabilità e al consolidamento del patrimonio archeologico, no a un Osservatorio permanente per il monitoraggio strutturale di edifici e infrastrutture. Abbiamo chiesto di effettuare le verifiche di vulnerabilità dei fabbricati entro 90 giorni dalla conversione in legge del decreto, ma anche su questo abbiamo ricevuto un rifiuto. Dov’è la tanto decantata volontà di collaborazione da parte del Governo? Le parole degli esperti della Commissione Grandi Rischi hanno confermato ancora una volta l’impossibilità da parte della comunità scientifica di dare certezze su fenomeni che ancora oggi non sono pienamente conosciuti”.

“Per poter continuare a vivere nei Campi Flegrei con la massima serenità possibile – concludono Fontana e Caso (M5S) – bisogna dunque mettere in campo tutte le azioni possibili per la mitigazione del rischio, sia sismico sia vulcanico, a cominciare da una rivisitazione della pianificazione urbanistica che non può più prescindere da quella di emergenza. Continuare a cementificare incrementando il carico insediativo non fa altro che aumentare il rischio. Lo si può e lo si deve fare adesso al di là del colore del livello d’allerta. In gioco c’è la sicurezza dei cittadini e la vita sociale ed economica di un territorio con più di 500.000 abitanti. No all’allarmismo, ma anche un no netto alla sottovalutazione della problematica. Non ci fermiamo, proveremo a migliorare il provvedimento in Aula”.

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