Cronaca
Di Tendenza

Campi Flegrei, il prof. Zuccaro fornisce i dati sugli esiti delle analisi di vulnerabilità degli edifici e i rischi dello sciame sismico

Il professore e responsabile scientifico del Centro d icompetenza della Protezione Civile Nazionale Plinius si esprime in merito alla situazione in corso ai Campi Flegrei

Molti cittadini sono in attesa di comprendere la vulnerabilità degli edifici e quali possono essere le conseguenze dovute dallo sciame sismico in corso ai Campi Flegrei. A fornire dati sugli esiti delle analisi di vulnerabilità è stato Giulio Zuccaro, responsabile scientifico del Centro di competenza della Protezione Civile Nazionale Plinius e professore ordinario di Scienza delle Costruzioni all’Università Federico II di Napoli. “Noi già dal marzo del 2023, sotto il coordinamento della Protezione Civile, cominciammo una schedatura degli edifici nella zona dei Campi Flegrei – afferma Zuccaro. Questa analisi si chiama ‘speditiva’ perché è stata fatta dall’esterno, non potendo entrare all’interno degli edifici. Ed è stata realizzata da professionisti competenti, selezionati dagli ordini professionali e adeguatamente formati da noi nel Centro studi Plinius”.

Dalle valutazioni è emerso, spiega il professore: “Di questi 12mila edifici, 4mila non sono residenziali, cioè sono scuole e altri tipi di edifici pubblici. Quindi, noi ci siamo concentrati solo sui 9mila edifici residenziali: il 10% è risultato ad alta vulnerabilità sismica. Tutti gli altri sono a vulnerabilità decrescente, con un 50% poco vulnerabile e il restante che va attenzionato”.

Cosa accadrebbe in caso di magnitudo 5 su quel 40% di edifici a rischio medio alto: “A tirar le somme, comunque, un edificio su due risulta vulnerabile. Innanzitutto, tenga conto del fatto che di quei 4.500 edifici solo una parte è a rischio più alto. Quindi, la risposta può variare, perché ogni edificio risponde con una sua prerogativa. Le nostre curve sulla vulnerabilità sismica sono sempre valutazioni statistiche sulla risposta. Noi – ha spiegato – a volte abbiamo visto edifici molto vulnerabili che in terremoti passati si sono salvati, non si sa perché, e altri che invece hanno subito gravi danni. C’è sempre un’area di incertezza ma non mi aspetterei catastrofi. I danni comunque ci sarebbero. Sull’area a rischio risiedono circa 80mila persone».
Ma ha concluso, precisando: “Noi abbiamo individuato le zone a maggior rischio e quindi a maggior concentrazione di edifici vulnerabili, da cui occorre poi partire per i finanziamenti che il governo sta predisponendo”.

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