Il 19 novembre è andato in onda un servizio di Report su Rai Tre, la trasmissione ha cercato di spiegare i motivi dell’incidente del 23 giugno scorso in cui persero la vita a Napoli Fulvio Filace e Maria Vittoria Prati.
Un testimone oculare, Tullio Ciarlone, ha affermato che l’auto ibrida dove viaggiavano non esplose come teorizzarono in molti.
Questa è la sua dichiarazione:
Davanti a me ho visto questa macchina prendere fuoco, non c’è stata esplosione, ma una combustione, non ordinaria. Fiamme alte quindici metri. Se fosse successo in un altro orario sarebbe stato ancora più disastroso.
[…] Io vedo [poi] una palla di fuoco uscire dall’auto, era Fulvio che cerca di salvarsi la vita. Io lo porto all’ombra della mia auto e lì cominciamo a parlare. Perché Fulvio era lucido. E mi ha raccontato che pochi secondi prima dell’incendio lui e la docente stavano parlando perché sentivano uno strano odore acre in auto. Lo stesso odore che ho sentito anche io quando sono arrivato sul posto. Che non era associabile alla tipica combustione da idrocarburi.
Quel giorno, i due ricercatori napoletani viaggiavano su una Polo Volkswagen diesel prototipo ibrido per misurare le emissioni e consumi reali di quell’auto arrivata al Cnr di Napoli da Salerno, finito purtroppo in tragedia.
Le indagini proseguono: ancora non è chiaro se l’esplosione sia derivata dal kit di trasformazione dell’auto da diesel a ibrida, realizzato da eProInn, oppure dalle bombole sistemate all’interno dell’auto.
Report ha anche pubblicato i messaggi che si sono scambiati Fulvio e Maria Vittoria prima di testare l’auto, nel quale comunicano di fili trovati scollegati, sollevando così ulteriori dubbi.