Nel corso della giornata alcuni attivisti per la Palestina hanno bloccato l’accesso all’industria aeronautica e aereospaziale Leonardo. L’azienda è entrata nel mirino dei manifestanti poiché produce componentistica militare per Israele. Si tratta di una azienda a capitale di Stato che fa capo a Finmeccanica e che vende armi a un paese in guerra in violazione delle stesse leggi dello Stato e dell’art.11 della Costituzione.
“Leonardo macchina di morte: stop al genocidio, Free Palestine”, è lo slogan che campeggia sullo striscione esposto dai manifestanti pro-Palestina che stamane sono arrivati ai cancelli della Leonardo per condannare la fornitura di armi “made in Italy” all’esercito israeliano.
“Oggi siamo qui per dire chiaramente che il governo italiano e la Leonardo sono complici del genocidio del popolo palestinese: il rifornimento di armi da parte della prima azienda italiana per produzione bellica all’esercito di Nethanhyau rappresenta per noi un punto di non ritorno, è il momento delle azioni concrete contro i complici di questo sterminio”, dichiarano gli attivisti in una nota.
In giornata è previsto un corteo cittadino, nell’ambito di uno sciopero nazionale che convoglierà poi nella manifestazione di sabato 24 Febbraio a Milano.
“Bloccare tutto, innanzitutto la produzione di armi, è ad oggi una necessità. Dal 7 ottobre ad oggi sono più di 30.000 i palestinesi uccisi, di cui più di metà erano donne e bambini, il complice silenzio di mass-media e comunità internazionale circa il genocidio in corso non è più tollerabile”, questa la conclusione degli attivisti durante il sanzionamento alle sede della Leonardo, che rilanciano contestualmente l’appuntamento alla mobilitazione.