
«Dobbiamo essere chiari, franchi e sinceri: non si può giocare con le parole usare il politichese: le case non saranno mai messe al sicuro al 100 percento. Si può lavorare negli edifici, per mitigare le conseguenze di una eventuale scossa violenta». Queste le parole di Nello Musumeci, ministro per la Protezione civile, intervistato a Sky Tg24 riguardo la situazione dei Campi Flegrei.
Musumeci ha poi aggiunto: «Possiamo soltanto dire che da quando i tre sindaci hanno segnalato la loro condizione di allarme al governo Meloni sono subito intervenuto e abbiamo predisposto una serie di provvedimenti che non hanno precedenti. Da allora ad ora non ci siamo fermati un attimo con l’obiettivo di procedere con la prevenzione strutturale e ridurre l’esposizione al rischio delle case nella zona rossa, zona circoscritta in cui vivono 500 mila persone. Ci stiamo adoperando per le aree più vicine all’attività vulcanica».
Il ministro ha anche parlato di attività di prevenzione non strutturale, come il coinvolgimento nelle scuole per educare i giovani sui rischi sismici e sulle modalità di comportamento da adottare in caso di emergenza: «Andare nelle scuole ad esempio per spiegare le cause e gli effetti del rischio sismico e spiegare alla gente come comportarsi. Significa che passerà la paura? No. Ma se la gente comincia a comprendere le condotte da usare si sentiranno un po’ tutti protagonisti delle proprie scelte e azioni».
Musumeci ha poi criticato il ritardo degli interventi: «Gli interventi andavano fatti 30 anni fa, senza spinta emotiva di piazza. Abbiamo stanziato 600 milioni in appena 2 anni per mettere al sicuro le infrastrutture pubbliche a partire dalle scuole, a giugno inizieranno 8 cantieri per le scuole di Napoli e Pozzuoli, sistemeremo il porto di Pozzuoli. Ma se invece di farlo in 2 anni si faceva in 30-40 anni la gente si sentirebbe più sicura».
Fonte: Sky TG 24