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La morte come tema universale, ma trattata con l’arma potente dell’ironia. Questo è il cuore pulsante dello spettacolo “Ho visto Maradona”, in scena al Teatro Augusteo fino a domenica 23 febbraio. Peppe Iodice, l’eroe del “Peppy Night”, affronta la paura della fine terrena – la tanatofobia che abita nel cuore di ogni uomo – trasformandola in un viaggio ultraterreno giocoso e irriverente, in grado di sollevare quesiti esistenziali con un sorriso. Nel suo spettacolo, il palcoscenico si trasforma in una camera ardente, dove Iodice diventa vittima di una morte apparente. La sua situazione lo costringe a intraprendere un sopralluogo nell’aldilà: 24 orenel regno dell’incertezza, un luogo dove la morte è solo un piccolo contrattempo da affrontare con sarcasmo e leggerezza. Mentre il mondo dei vivi reagisce alla sua presunta morte, con le voci di Fabrizio Cappella e Peppe Varriale che annunciano la notizia in radio e telegiornale, video-interventi poco commossi di colleghi artisti come Stefano De Martino, Francesco Paolantoni, Biagio Izzo, Pio e Amedeo, Pintus e Gigi D’Alessio si susseguono senza sosta, creando un contesto di surrealismo e comicità.
Il sipario si apre su un teatro dell’assurdo, dove la morte è trattata con umorismo. Iodice interagisce con un amico sopravvissuto e un prete siro, interpretando una sorta di novello Dante, alla ricerca di risposte sull’oltretomba, un luogo che immagina come una continuazione dell’esistenza. In questo contesto, il protagonista esplora il tempo che si annulla e i destini che si ricongiungono. Il testo, scritto con Francesco Burzo e Marco Critelli, è diretto da Francesco Mastandrea (che è anche in scena con Salvatore Catanese). Iodice descrive il famoso tunnel di luce, il passaggio verso l’eterno, dove lo attendono figure storiche come i giudici Falcone e Borsellino, eroi simbolo di un’etica immortale. Con una sorprendente associazione, accosta anche il rapper Fedez al dottore della graziaSant’Agostino, creando un interessante confronto tra la cultura popolare e quella filosofica in una narrazione che mescola il grottesco e il sublime.
Il culmine dello spettacolo arriva con l’incontro con Diego Armando Maradona, simbolo di luce e onnipotenza. In questo dialogo, Maradona diventa l’emblema dell’eterno ritorno, del mito che supera il tempo e che simboleggia l’immortalità. “Ho visto Maradona” è un viaggio di circa un’ora e venti, senza intervallo, in cui la comicità dissacrante di Iodice si fonde con riflessioni filosofiche sulla morte, sull’incertezza dell’aldilà e sulla paura di lasciare i propri cari. Le risate si trasformano lentamente in una catarsi interiore, facendo emergere il mistero della vita e della morte. Peppe Iodice, maestro di un teatro che mescola comicità e riflessione profonda, riesce ancora una volta a divertire e a far pensare, invitando il pubblico a riflettere sul senso della vita, sulla morte e su quello che, forse, ci attende dall’altra parte del tunnel di luce. Un’opera che, dietro la maschera della comicità, nasconde una riflessione universale e profonda.