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La tragedia delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata: il ricordo e la memoria

Il presidente Mattarella: "Un dovere onorare le vittime e preservare la verità storica"

Nel contesto delle atrocità del Novecento, la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è stata al centro delle celebrazioni del “Giorno del Ricordo” al Quirinale. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato le difficili vicende vissute dalle popolazioni italiane al confine orientale, sottolineando le violenze subite durante l’occupazione fascista, la barbarie nazista e, successivamente, l’instaurarsi del regime comunista di Tito.

Il presidente ha messo in evidenza le difficoltà delle famiglie italiane costrette a scegliere tra assimilarsi ad una nuova realtà oppressiva o lasciare le proprie terre, perdendo affetti, beni e radici culturali. La stragrande maggioranza ha scelto la seconda via, intraprendendo un doloroso esodo che ha coinvolto circa trecentomila persone.

Mattarella ha ricordato come, per troppo tempo, la vicenda degli esuli fosse stata dimenticata o, peggio, negata. Con l’istituzione del “Giorno del Ricordo“, l’Italia ha finalmente riconosciuto questa pagina tragica e spesso rimossa della sua storia. Il presidente ha anche condannato gli atti vandalici contro il monumento delle foibe di Basovizza, ricordando che nessuna provocazione può cancellare il ricordo delle vittime.

La memoria, secondo Mattarella, non deve alimentare divisioni o rancori, ma deve essere un monito per la pacificazione e la riconciliazione tra i popoli. La cerimonia, a cui hanno partecipato anche i principali membri del governo, è stata un’occasione per riaffermare il valore della verità storica e il dovere di tramandarla alle future generazioni.

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