Il Metropolitan è un simbolo della cultura napoletana, un luogo che ha ospitato eventi indimenticabili, da prime cinematografiche storiche a spettacoli teatrali e concerti di grande calibro. Ora, però, è a rischio chiusura, e Napoli non è disposta a perdere un punto di riferimento così cruciale. Le reazioni della città sono forti e unanimi: non si vuole che il Metropolitan venga trasformato in un supermercato o in un parcheggio.
Molti volti noti della cultura partenopea si stanno battendo per salvaguardare l’identità culturale dello spazio. Lo scrittore Maurizio de Giovanni è fermo nel ritenere che la chiusura del cinema rappresenti una grave perdita per Napoli, sottolineando come il Metropolitan rappresenti un luogo di valore che va oltre la semplice fruizione cinematografica. «La cultura è una risorsa produttiva che dà lavoro a molti e va tutelata», ha dichiarato.
Anche l’attrice Cristina Donadio ha espresso il suo dispiacere, definendo la fine del Metropolitan un vero dolore per la città. «Per la mia generazione, il Metropolitan non era “un” cinema, ma “il” cinema», ha ricordato, auspicando che lo spazio possa diventare un polo culturale vivace, capace di ospitare tutte le forme di arte.
Molti altri, come l’attore Gianfelice Imparato, sperano che il Metropolitan possa continuare a essere un centro di aggregazione culturale, magari con nuove proposte come un teatro, una galleria d’arte e spazi per la musica.
Il caso ha anche raggiunto il Parlamento, con richieste di intervento per evitare che un pezzo di storia culturale napoletana venga perduto per sempre. Con il vincolo di tutela imposto dal ministro Sangiuliano, la speranza è che la struttura rimanga un luogo dedicato alla cultura, lontano dal rischio di trasformazioni commerciali che cancellerebbero la sua identità.
In tanti, da attori a produttori, sono pronti a lottare affinché il Metropolitan torni ad essere quello che è sempre stato: un punto di riferimento fondamentale per la cultura di Napoli.
