Estorsione, caporalato ed indebita percezione di finanziamenti pubblici. Sono questi i reati contestati a tre rappresentanti legali appartenenti a due istituti di vigilanza, accusati di aver compiuto minacce nei confronti delle guardie giurate dipendenti. L’indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza ed ha accertato che i lavoratori avevano potuto godere soltanto di un decimo del credito che gli spettava. Un elemento a cui va aggiunto il mancato rispetto dei diritti relativi ai giorni di riposo e di ferie non goduti. Le investigazioni hanno coinvolto gli istituti di vigilanza di Cosenza e Avellino, i quali sarebbero colpevoli anche del reato di evasione fiscale. Essi infatti non avrebbero versato i contributi dal 2016 al 2021 per un ammontare totale di un milione e mezzo di euro. Il quadro è stato reso noto in un comunicato emesso dalle Fiamme Gialle, che testimonia le molteplici irregolarità di cui dovranno rispondere i responsabili.
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